Barriera anti-radon: realizzazione e progettazione.

News Image

La formazione di una barriera anti-radon è importante per la salute di chi vive in abitazioni esposte alle esalazione di radon. Questo gas, che presenta la caratteristica di essere leggermente più leggero dell'aria, non risulta nocivo ad un'esposizione momentanea, ma lo diventa nel lungo periodo.

Per questo è importante adottare una barriera anti-radon, soprattutto per quegli edifici particolarmente esposti alle sue emissioni.

Una soluzione può essere quella, in fase di progettazione, di creare dei locali ventilati al di sotto del piano abitabile, perché un ambiente areato ne riduce la concentrazione.

Ma se, come avviene spesso, la casa è già costruita, diventa necessario adottare soluzioni alternative, e allora la formazione di una barriera anti-radon diventa indispensabile.
In Italia se ne parla poco, al contrario degli Stati Uniti, ma la pericolosità di questo gas, nel tempo, potrebbe causare diversi problemi di salute, anche gravi (alcune ricerche tendono a dimostrare che sia cancerogeno).

Visto che il radon proviene da rocce vulcaniche che si trovano nel sottosuolo, è importante rendere le superfici impermeabili, creando appunto una barriera, sia a livello del terreno che sotto il pavimento, per impedire al gas di penetrare all'interno dell'abitazione.

Si tratta di una guaina in rotoli, che va posata in modo simile alla moquette e sovrapposta ad un tessuto di protezione, preventivamente sigillato.
Una barriera anti-radon può portare a ridurre le radiazioni nocive del gas fino ad una percentuale del 95%, cioè il limite minimo misurabile. Secondo le normative CEE, la soglia minima di intervento è stabilita nel superamento di 200/400 Becquerel per metro cubo.

IL RADON

Caratteristiche principali
Il radon è un elemento chimicamente inerte (in quanto gas nobile), naturalmente radioattivo. A temperatura e pressione standard il radon è inodore e incolore.
Nonostante sia un gas nobile alcuni esperimenti indicano che il fluoro può reagire col radon e formare il fluoruro di radon. Il radon è solubile in acqua e poiché la sua concentrazione in atmosfera è in genere estremamente bassa, l'acqua naturale di superficie a contatto con l'atmosfera (sorgenti, fiumi, laghi...) lo rilascia in continuazione per volatilizzazione anche se generalmente in quantità molto limitate. D'altra parte, l'acqua profonda delle falde, può presentare una elevata concentrazione di 222Rn rispetto alle acque superficiali. In Italia l'ente preposto alla misura del radon nelle abitazioni e nei luoghi chiusi sono le ARPA, a cui si può fare riferimento per adottare provvedimenti di bonifica nei casi di superamento dei limiti di legge.

Radon e salute
Poiché il radon è un gas radioattivo, può risultare cancerogeno se inalato, in quanto emettitore di particelle alfa. La principale fonte di questo gas risulta essere il terreno (altre fonti possono essere in misura minore i materiali di costruzione, specialmente se di origine vulcanica come il tufo o i graniti e l'acqua), dal quale fuoriesce e si disperde nell'ambiente, accumulandosi in locali chiusi ove diventa pericoloso. Si stima che sia la seconda causa di tumore al polmone dopo il fumo di sigaretta, ed alcuni studi evidenziano sinergie fra le due cause.
L'isotopo più significativo per la dose dell'uomo è il Radon 222, che ha un periodo di dimezzamento di 3.82 giorni. Esso deriva, per decadimento alfa, dalla catena di decadimento dell'Uranio 238 e del Radio 226.
Il radon, in generale, ha una grande volatilità e inerzia chimica: per cui, difficilmente reagisce con altri elementi, e tende a risalire in superficie. Il radon e i suoi discendenti nella catena di decadimento a loro volta emettono particelle alfa e un'elevata densità di radiazioni ionizzanti. I livelli di guardia sono 150 Bq/m3, corrispondenti a circa 4 pCi/l.
Più alta è la concentrazione nell'ambiente più alto è il rischio di contrarre il tumore. Un metodo immediato per proteggersi dall'accumulo di questo gas è l'aerazione degli ambienti, soprattutto nei casi in cui questi siano interrati o a contatto diretto col terreno. Questa tecnica risulta spesso però insufficiente o inefficace e, specialmente nei mesi invernali dispendiosa in termini di riscaldamento dei locali.
La prima cosa da fare, nei casi in cui si sappia di essere in una zona a rischio, è di effettuare delle misurazioni di concentrazione presso la propria abitazione atte a determinare se questo problema esiste veramente. Infatti non è sufficiente sapere che edifici vicini al nostro sono contaminati da radon poiché l'emissione di questo gas dipende da numerosissimi fattori, difficilmente determinabili a priori.

Gallery Thumb 1 Gallery Thumb 1 Gallery Thumb 1 Gallery Thumb 1

Questo sito utilizza i "Cookie" per facilitare la tua esperienza di navigazione. Per maggiori informazioni Privacy & Cookie Policy.