Tinteggiature a calce per pareti e legno
La tinteggiatura a calce è una delle tecniche più antiche di verniciatura architettonica; si tratta di grassello o di calce idrata in polvere, diluita in acqua al punto da assumere l'aspetto e la densità del latte (si chiama appunto latte di calce); per le tinte vengono aggiunte terre o pigmenti minerali.
Dopo aver preparato la miscela, è consigliato lasciarla riposare dalle 6 alle 8 ore, per fare in modo che tutte le molecole di polvere di calce si bagnino in modo uniforme, così da scongiurare eventuali scrostature.
Le superfici su cui viene applicata la tinta a calce sono molte, ma quelle più adatte risultano gli intonaci a calce, i laterizi, i supporti porosi e le pietre naturali. Il vantaggio di questa tipo di tinteggiatura è che, essendo permeabile al vapore, permette all'umidità di traspirare e di non accumularsi sulle pareti, creando muffe.
Per questo motivo sono utilizzate anche per gli interni. I l limite della tinteggiatura a calce è rappresentato dalla poca durevolezza, motivo per il quale è ora in disuso per le abitazioni, mentre viene ancora largamente impiegata per scantinati ed edifici rurali, appunto per sue caratteristiche di traspirabilità.
La tinteggiatura a calce presenta una certa difficoltà nella sue esecuzione, e il numero di passate dipende dall'abilità del pittore.
Questo tipo di verniciatura è applicabile anche al legno, soprattutto per uso domestico, perché traspirante e non tossica. Prima della sua applicazione, bisogna pulire il legno e portare a vista nodi e venature. Il legno assorbe molto velocemente, quindi bisogna essere piuttosto celeri nell'usare la tinta a calce su legno.